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La siderurgia da sempre è nel mirino degli ambientalisti, che accusano il comparto di essere uno fra i più pericolosi in termini di inquinamento ambientale. Che cosa rispondete?
Che la siderurgia italiana non ha nulla da invidiare a quella degli altri Paesi europei in termini di rispetto per l'ambiente. Che il nostro comparto sta utilizzando le migliori tecnologie disponibili per ridurre l'inquinamento. E che molte aziende siderurgiche italiane sono certificate Iso 14001, a dimostrazione del nostro impegno concreto a minimizzare l'impatto ambientale dei nostri processi.
A proposito di ambiente, l'accordo sul clima raggiunto a Bruxelles ha evitato a un settore in rallentamento come il vostro un maggior costo di oltre cinque miliardi di euro per acquistare quote di Co2. Siete soddisfatti dei risultati raggiunti?
Come potremmo non esserlo? Dobbiamo ringraziare il Governo e Confindustria, che insieme si sono battuti per questo risultato. Ora abbiamo però davanti a noi l'impegno di arrivare al 2020 con il 21% di emissioni in meno. Se consideriamo che tra il 1990 e il 2005 le abbiamo tagliate del 29%, vuol dire che tra il 1990 e il 2020 avremo decurtato le emissioni di Co2 del 50 per cento. Non è poco.
Ce la farete?
Con gli strumenti che oggi abbiamo in mano, no. Ma è anche vero che abbiamo il tempo sufficiente per riuscirci.
luca.davi@ilsole24ore.com